Vegli versando vino vermiglio.
Vaghi, valle verso valle,
vendemmiando vetuste verità.
Volevi vedere vergini vestali,
vedesti Veneri vizze
vendere virtù violate.
Vedesti vili vincitori,
valorosi vinti.
Vedesti virilità villipese,
ventagli variopinti
velare voluttuose vanità.
Vedesti vipere vomitare veleno,
vittime vergognarsi,
viscere vuotate, vene vidimate.
Valeva veramente vivere vecchio Vagabondo?
Vieni viandante.
Vissi, vidi, vagai.
Vero, vidi violenza, vacuità,
vituperio, vizio.
Vivaddio vicino
vidi venti vestire volteggianti vele,
vascelli volare,
vulcani versare vita,
violini vibrare veementi.
Non bastano a fare poesia una bella scrivania, un foglio di carta, una penna: i versi nascono anche a matita sul retro di biglietti della metropolitana, su margini di fogli di giornale strappati, su vecchie cartoline. È un gomitolo di contrasti la poesia: nasce dalla gioia e dal dolore, dal bene e dal male, dal caldo e dal freddo. Poesia è sangue e sudore, gli occhi di una prostituta, la mano tesa di un barbone. Annamaria Giannini
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mercoledì 30 gennaio 2013
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