sabato 2 febbraio 2013

rammendo

è tempo di prendere fiato 
rammendare a punto stretto
tra foglie e radici, noi 
fiumi all'orlo dei sogni 

i semi, unghie ai crinali 
di corteccia un bussare 
fosse porta, cassa o tamburo

amo gli alberi piegati alla tempesta 
e la tempesta stessa, il vento
non ha linea retta

improvvisa

Pane e olio

c'è una discesa che va agli olivi 
dove anche il buio si inginocchia 
tanto luccicano le lune spese 
a crescere la prospettiva del raccolto 

trema come un primo bacio 
il muso della lepre, il vento 
teso in alto spettina i merli 

-posate le reti, cominciate il canto 
e che i bastoni percuotano il ramo
sino a che ognuno porti sale
al frantoio e pane, per l'assaggio

così restiamo
archi puntati alla luna
la luna di sempre

un soffio e la polvere è memoria
i fantasmi nel piatto,il colore di un nido

mercoledì 30 gennaio 2013

Vecchio vagabondo

Vegli versando vino vermiglio. 
Vaghi, valle verso valle, 
vendemmiando vetuste verità. 
Volevi vedere vergini vestali, 
vedesti Veneri vizze 
vendere virtù violate. 
Vedesti vili vincitori, 
valorosi vinti. 
Vedesti virilità villipese, 
ventagli variopinti 
velare voluttuose vanità. 
Vedesti vipere vomitare veleno, 
vittime vergognarsi, 
viscere vuotate, vene vidimate. 

Valeva veramente vivere vecchio Vagabondo? 

Vieni viandante. 
Vissi, vidi, vagai. 
Vero, vidi violenza, vacuità, 
vituperio, vizio. 
Vivaddio vicino 
vidi venti vestire volteggianti vele, 
vascelli volare, 
vulcani versare vita, 
violini vibrare veementi.