giovedì 8 dicembre 2011

Un papà

Qualcuno oggi mi ha scritto che i marinai non muoiono, diventano gabbiani



Tutti abbiamo un papà. 
Ne portiamo in viso i tratti e sulla pelle i segni, che siano essi carezze date o non date.
Non tutti i papà sono amorevoli, non tutti presenti, nessuno perfetto.
Ho conosciuto uomini segnati per sempre dalla durezza dei propri e donne che in ogni uomo incontrato han cercato un sostituto, impossibile da trovare.
Ma ho visto anche figli studiare su libri bagnati dal sudore dei padri, e occhi orgogliosi seguire passo dopo passo un cucciolo crescere.
Il mio? Il mio sa di mare.
Se dovessi descrivere mio padre lo accosterei alla figura del Faro. Sempre acceso a segnare la via del ritorno,soprattutto quando la nebbia era fitta.
Mi ha sempre lasciata libera di percorrere gli oceani, anche i più tumultuosi e quando ho sbagliato la prima domanda che faceva era rivolta a se stesso.
" Forse il mio suono non è stato abbastanza forte" diceva. Alzava il volume, curava le ferite, ricuciva le reti ed era col sorriso che guardava il vento gonfiar ancora le mie vele.
Non è stato impeccabile, e nemmeno infallibile.
Ma è stato un buon padre.
Per me e per mia figlia.
Di questo sarò lui sempre grata. La sua luce è ancora forte e il suo amore onnipresente. Fuori e dentro di me.
Ti amo papà.
Dicono che ognuno ha quello che si merita, ma questa è una frase stupida perchè avere un babbo è un diritto di tutti e la sua mancanza lascia impresse cicatrici indelebili.
Io non so se mi sono meritata tutte le cose che mi ha donato, tutto il tempo che mi ha regalato, tutte le parole spese e le notti di veglia che mi ha dedicato.
Certo è che me le tengo strette e da quegli otri d'affetto attingo acqua quando ho sete.

Ti amo.

Annamaria 

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