sabato 31 dicembre 2011

Si chiama allegria

Si chiama Allegria 
questo ridere scomposto di un nonnulla
vagito della luna a illuminare notti 
in rigirare d'ombre e luce d'ambra. 


Tra muri antichi 
un sonnecchiare cheto 
di sillabe di scuri e di ventagli
a scacciare mosche e malinconia.


Da seme in fiore 
l'accennare gaio della vita 
raccontata intorno a un calice di vino 
mentre sfiora il vento fili d'occhi e guance 
a intrecciare ieri con domani 
e oggi ancora rido 
è ancora sera
non è giunto il momento dei saluti.


La piazza assorta assorbe 
anime e parole per farne 
note a margine d'estate. 

Si chiama Allegria 
questo vivere gitano di musica in crescendo
nomadi noi di giorni in riva al caso 
il viso dipinto di poesia leggera 
mentre scorre il fiume dei ricordi.

E' già alba mentre scrivo
d'accenti nuovi che parlano di noi.

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