venerdì 9 dicembre 2011

Ciao Mà


Ciao Mà.
Mi sembra di vederti, stupefatta, mentre siedi nella cameretta di tua nipote davanti al computer. " Nonna, c'è posta per te!" ti ha gridato, e tu ti sei voltata un attimo verso il citofono muto, un pò preoccupata.
Poi hai capito e sei uscita dalla cucina, asciugandoti le mani in uno straccio. Sempre bagnate le tue mani, sempre indaffarate, anche quando l'artrosi le piega in forme strane.
Ultimamente stai meglio, o forse hai smesso di farci caso. Non c'è tempo ora di pensare a queste quisquilie, non ora che il compagno di una vita si è trasformato in figlio e tu, senza più spalla a cui appoggiarti, ti sei trasformata in roccia.
Ciao Mà.
Mi sembra di guardarti il viso stanco ogni sera, quando, immancabilmente, mi chiami e mi sgridi, perchè il mio telefono è sempre spento.
Mi sembra di vederti ogni giorno sulla tua macchinina, che fai avanti e indietro dall'ospedale a casa, da casa all'ospedale, sempre di corsa, e quando dai gli ultimi tiri alla sigaretta, prima di entrare a strizzarti il cuore davanti a un uomo che non è più lui, ma sempre lui rimane per te.
Quanto amore Mà. Quanto amore hai seminato intorno a te.
Che raccogli ora? Come si fa a raccogliere dolore dopo aver seminato amore? Ti chiedi mai se è giusto?
Forse no e mi sembra di ascoltare la risposta che mi daresti: " E chi ha il tempo di ragionarci, tesoro mio."
Ciao Mà, bellissima, bellissima mamma mia, rocciosa come la Sardegna, la terra tua, dolce come il vento che arriva dal mare al crepuscolo, quando l'ombra vince sul sole e lui, per non chinare il capo in silenzio, dipinge tutto di rosso amaranto.
Ti amo sai? Di un amore d'acciaio, che a te mi lega come una catena senza lucchetto.
Vorrei essere solo un poco come te, allora sarei fiera di me.
Ciao mà, buonanotte piccola immensa signora.

Tua figlia

Annamaria.

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